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Riforme sono state anche incoraggiate dai re degli hedge per sofisticati derivati quali i credit default swap: Falcone, di Harbinger Capital Partners, ha dichiarato che «un aperto e trasparente mercato per queste transazioni ridurrebbe la confusione» e i rischi. L'ipotesi più quotata è quella di dar vita a un nuovo exchange centrale per simili strumenti. Falcone è stato tuttavia anche tra i grandi difensori di altri nodi irrisolti, quali i compensi nel settore: ha negato che incoraggino rischi eccessivi. Ha inoltre citato strategie aggressive di short selling, di scommesse sulla caduta di titoli, quale arma indispensabile nell'arsenale degli hedge. La Sec aveva di recente messo temporaneamente al bando questa pratica sui titoli finanziari nel tentativo, poi fallito, di sostenerli in Borsa.
I riflettori, però, sono rimasti puntati anzitutto su Soros. È stato lui, il decano dell'alta finanza, a dare il quadro più drammatico delle enormi sfide davanti ai mercati e anche agli hedge fund. «Una profonda recessione è inevitabile e anche la possibilità di una depressione non può essere esclusa», ha avvertito. Un crisi che rafforza negli Usa la richiesta di nuovi equilibri nella regolamentazione dei mercati finanziari.